La presenza della Chiesa a Slunj
La Chiesa cattolica, da queste parti, è presente da tanti secoli sia come protagonista degli eventi, sia come cronista della vita di queste terre. La chiesa della Santissima Trinità fu costruita sui resti del convento francescano di S. Benedetto, rimasto vittima della guerra e dato alle fiamme nel lontano 1583. Il suo ruolo è sempre stato caratterizzato da un rapporto stretto tra Chiesa e fedeli, uniti “nel bene e nel male”. In tempo di guerra, le sue campane segnalavano il pericolo imminente. La chiesa fu restaurata soltanto nel corso del XVIII secolo, ma per vederla con la pianta attuale occorre attendere fino al 1780, quando vengono aggiunte le due navate laterali ed il campanile preesistente viene barocchizzato. Interventi, questi, di cui parla l’iscrizione latina posta sulla navata sinistra della chiesa. Il suo aspetto attuale risale, invece, al termine della Guerra di indipendenza della Croazia, nel corso della quale (novembre 91’) fu rasa al suolo. Verso la fine del XX secolo siamo stati purtroppo nuovamente testimoni di quel triste scenario che avvenne nel Cinquecento per opera dell’abate Bernardino. Come allora, il parroco don. Mile Pecić si prodigò per salvare da sicura distruzione i libri e le statue dei santi che costituivano parte degli arredi della chiesa. Egli, dimostrando grande abilità diplomatica nelle trattative con l’aggressore, riuscì anche a salvare la vita di donne e bambini, che portò in salvo a bordo di un autobus in un’area franca lontana dalla città assediata. Nel suo diario di guerra, che egli nascose sotto terra perché non cadesse in mani nemiche, il parroco di Slunj racconta ciò che avvenne a Slunj e dintorni dal 1989 al 1991. Ritornato a Slunj dallo sfollamento, don. Mile Pecić ritrova il proprio diario dove lo aveva nascosto e, dopo averlo rivisto e corretto, lo dà alle stampe nel 2003 con il titolo di “Diario sotterrato”.