La vita del mugnaio
La vita su queste terre, dove l’unica cosa che veramente contasse era sopravvivere lungo il confine militare che divideva i conquistatori ottomani dall’avamposto dell’Occidente cristiano, fu per molti secoli una vita di stenti. E quando la ferocia dei combattimenti lasciava il posto a brevi periodi di tregua, i morsi del gelo invernale non mostravano alcuna pietà per le popolazioni di confine. Nonostante ciò, in questo continuo alternarsi di eventi funesti, s’è sviluppato uno spirito gioviale che ha pervaso anche l’animo del mugnaio la cui vita, piena anche di soddisfazioni, scorreva naturalmente come l’acqua scorre accanto al mulino, determinando i rapporti familiari e sociali di questi luoghi. Il primogenito ereditava il mulino, a patto che si prendesse cura dei suoi fratelli e delle sue sorelle minori. La massa ereditaria comprendeva anche i clienti del padre, che questi aveva ereditato allo stesso modo da suo padre. In questo continuo scorrere della vita, da una generazione all’altra, sempre attorno al mulino ed al frutto della molitura, l’onta maggiore per l’erede del mugnaio era perdere la fiducia di un cliente ereditato. Il rapporto tra il mugnaio ed il suo mulino non può essere né spiegato, né classificato. Una cosa è certa: il mugnaio dormiva sogni tranquilli solo se e quando sentiva il regolare ed assordante frastuono della mola di pietra in funzione, sonno e tranquillità che venivano bruscamente interrotti quando la mola cessava di girare.