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10. Maggio 2024.

LA SLUNJ MEDIEVALE – TRATTINI STORICI SULLA CITTÀ E I DINTORNI

Autor: Tomislav Beronić

La città di Slunj ha nel suo territorio più vasto quattro fortezze storiche assai interessanti che, per il momento, non sono ancora arredate per le visite turistiche, ma ciò nonostante pur sempre sono interessanti.

 

IL CASTELLO DEI FRANKOPAN A SLUNJ – A un passo dal vecchio splendore

E molto probabile che la fortezza sopra il fiume Slunjčica fu costruita, o almeno iniziata all’epoca del principe Ivan (Giovanni) V di Veglia, padre del famoso principe Nicola IV di Veglia, il primo che ebbe il cognome Frankopan. Il principe Ivan otenne i poderi Slunj, Cetin, Klokoč e alcuni altri come premio per la liberazione dalla carcerazione della giovane regina Maria Angiò del re Sigismondo di Lussemburgo. La regina Maria e sua madre Elisabetta Kotromanić furono catturate nel 1387 dai nobili insodisfatti guidati dal priore di Vrana Ivan (Giovanni) Paližna con appoggio del re bosniaco Stefano Tvrtko. Il principe Ivan (Giovanni) di Veglia rispose all’invito del re Sigismondo, mobilizzò un grande esercito e assediò la Cittanova vicino a Zara dove erano catturate la regina Maria e sua madre. Apparentemente vi non si svolsero importanti battaglie, l’assedio completo bastava invece afinchè il priore di Vrana capisse la disperazione della sua situazione e che accettasse di liberare la regina in cambio per il passaggio libero verso la Bosnia.

Così Slunj passò in possesso dei principi di Veglia, cioè i Frankopan di più tardi, e rimase la loro proprietà per i seguenti 200 anni. A dire la verità, i Frankopan hanno nominalmente dato in pegno la città e il podere di Slunj ai principi Zrinski, senza però averci rinunciato, cosichè le due famiglie erano persino in un conflitto aperto.

A portare la gloria più grande a Slunj era senz’altro il principe Franjo (Francesco) Frankopan di Slunj, il bano croato e combattente inlassabile contro i turchi. Il principe Franjo era figlio del principe Juraj (Giorgio) III Frankopan e della principessa Anna di Blagaj, dalla vecchia famiglia nobile dei Babonić. Insodisfatto della politicia della corte viennese e contro la volontà del re Massimiliano, il principe Franjo condusse a settembre del 1570, insieme ai principi Nicola VIII Frankopan Tržački, Juraj (Giorgio) IV Zrinski e altri nobili croati, la campagna militare alla “Croazia turca”, cioè lo spazio oltre il fiume Una, assicurando così la stabilità di Hrastovica e delle altre zone costantemente minacciate dai turchi.

Come ultimo membro dallo stipite di Slunj, morì senza discendenti dalle conseguenze di un intervento medico effettuato male, sulla strada per Moravia, dove doveva sposarsi con la baronessa Giuditta Kereczeny, figlia del barone Ladislav, uno dei più ricchi comandanti dell’esercito ungheresi.

Ecco, con questi trattini della storia di Slunj del periodo dei Frankopan, vi lascio godere la visita del castello di Slunj che, se la rinnovazione continua in questo ritmo, molto presto avrà una parte del suo vecchio splendore.

 

LA FORTEZZA FURJAN – Originariamente proprietà dai Frankopan

La fortezza Furjan fu menzionata come possedimento dei Frankopan nella medievale contea di Drežnik, che appartiene al casello Tržac distante una decina di chilometri, sulla riva destra del fiume Korana. Dal podere Tržac prese il nome anche il ramo più longevo della famiglia, al quale apparteneva anche l’ultimo principe Frankopan, Fran Krsto. Il principe Ivan V (Giovanni V) di Veglia ottene la contea di Drežnik verso la fine del XIV secolo dal re Sigismondo come premio per la liberazione della regina croato-ungherese Elisabeta, dalla caturazione a Cittanova vicino a Zara.

Il primo dei principi di Frankopan appartenente al ramo di Tržac era Bartolomeo IX, nipote del principe Ivan V (Giovanni V) menzionato già prima, e figlio del principe Nicola IV. Cioè, nel 1449, dunque 17 anni dopo la morte del principe Nicola IV e 13 anni dopo la morte del suo figlio più grande Ivan VI (Giovanni VI) che, secondo il diritto consuetudinario della famiglia aveva lo stato di capo, otto figli divisero il principato dei Frankopan. In questa divisione il principe Bartolomeo IX ottenne, oltre a Tržić, anche Bihać, Brinje, Jelovik e alcuni poderi più piccoli.

Il principe Bartolomeo era sposato con la contessa tedesca Elisabetta von Wallsee e ebbe con lei cinque figli: il figlio (Ivan VIII) Giovanni VIII e Nicola VI e le figlie Barbara, Jelena e Dorotea. Secondo gli atti conservati, il principe Bartolomeo IX fu sepolto nella chiesa di Santa Maria a Brinje, “proprio accanto all’altare”.

I Frankopan non risiedevano mai a Furjan. La destinazione della fortezza era prevelantemente militare, in essa si raccoltavano i contributi in natura, e nel caso di minaccia i coloni vi trovavano rifugio. Su quando e come la fortezza Furjan fu erta non ne ho trovato tracce storiche, ma è certo che aveva il suo ruolo come parte del sistema di difesa da Bihać a Slunj e fino a Cetin che apparteneva al principe Juraj (Giorgio) Frankopan, figlio del principe Ivan VI (Giovanni VI), dunque nipote di Bartolomeo.

La fortezza Furjan fu erta in cima alla collina sopra la sorgente Jezerce (it. Laghetto). E’ di forma approssimativamente elittica (in fatti sette muri approssimativamente diritti e una grande torre nell’estremo punto orientale) di lughezza di circa 40, larghezza più di 30 metri, secondo come si più valutare ad occhio. La possibile entrata nella fortezza era da parte occidentale, dove si può ancora riconoscere l’apertura per la porta d’entrata di larghezza non più di un metro, ed è possibile che nella fortezza si entrasse anche da parte sudoccidentale per le scaline attraverso il muro di difesa. Nella parte orientale dei muri, a sinistra della grande torre, vi sono ancora le cannoniere. Ce n’erano probabilmente anche nella parte destra, però il muro vi è abbattuto e lo possiamo solo indovinare. In ogni caso, la parte orientale era quella che doveva resistere all’attaco militare. Un’altra cosa che era a favore dei difensori è la configurazione del terreno. Cioè, davanti alla torre, in direzione dell’est, l’accesso è considerevolmente ristretto il che impediva agli agressori, che venivano dall’altura orientale, la possibilità di un attaco “largo”. Per questo, sebbene la fortezza si trovasse al livello più basso, era difficilmente conquistabile se l’aggressore non utilizzava i cannoni.

Non ci sono dati secondo i quali la fortezza cadesse nelle mani turche nel tempo quando la governavano i Frankopan, però esiste la storia trasmessa in tradizione orale che la fortezza fu nominata Sokolac in onore di Mehmed Paša Sokolović, e che per un tempo fu tenuta dall’esercito turco, alla fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo, quando grazie all’eroismo del castellano Mile Matanić fu ritornata sotto il governo del Confine militare.

Purtroppo, la fortezza Furjan non è arredata, e non sono visibili neanche sforzi di farlo. L’interno è ricoperto di boscaglia cosicchè anche nei periodi senza vegetazione è difficile scorgere i resti dei muri. Nella grande torre non è possibile entrare senza scala che può raggiungere il livello del secondo piano, e questa è forse l’unica cosa buona. Perché altrimenti dentro qualcuno potrebbe anche perire.

Se arrivate dalla direzione di Karlovac, dopo il ponte sul fiume Korana girate a sinistra – vedrete il cartello stradale per Furjan. Percorrendo la strada tortuosa passerete accanto al Magazzino di Napoleone e al castello di Slunj, e dopo rimanete pure sulla strada principale fino a che non giungete Donji Furjan. Seguite l’indicatore stradale per Gornji Furjan e rimanete sulla strada principale, come se volete andare sulla strada statale D-1 Slunj-Plitvice. Quando sarete usciti dal villaggio, riscontrerete un incrocio Y più grande, vi girate a sinistra sul sentiero forestale e guidate per alcuni 800 metri. Sebbene durante la guida vediate già la grande torre della fortezza a sinistra, continuate a guidare fino all’allargamento a sinistra dove potete lasciare le macchine. Quando siete a questo punto, siete lontani 350 metri dalla fortezza e avete un sentiero abbastanza buono che vi porterà direttamente alla fortezza.

 

KREMEN – due volte in proprietà dei Frankopan

La fortezza Kremen, situata in cima alla collina sopra il fiume Korana e la vale chiamata Logorište (it. Campeggio), perché in quei lontani tempi cavallereschi gli eserciti vi ergevano le loro tende mentre si radunivano e si preparavano per le battaglie, due volte era nella proprietà dei prinicipi Frankopan. La prima volta nel 1442, quando Stjepan III (Stefano III) Frankopan di Modruš comprò la fortezza per mille florini da Ilka, figlia di Biaggio Kapetanić, al possesso della quale il podere era rimasto dopo la morte del marito Domša Ladihović. La tribù dei Ladihović è considerata come costruttore della fortezza Kremen, e vi era anche la sede del loro podere. Kremen rimase in possesso del principe Stjepan fino al 1454, quando costui lo cese al nobile Marco di Čave. È stato notato che su questo podere il principe Dujam (Doimo) Frankopan di Slunj nel 1461 aveva i suoi coloni, ed è da presuppore che nel frattempo Kremen fosse ritornato al possesso della famiglia Frankopan e rimanesse la loro proprietà fino alla morte del bano croato e principe Franjo (Francesco) Frankopan di Slunj. La sorella di Francesco, Anna, sposata con il conte Nicola Oláh-Császár, come erede del fratello assunse i suoi poderi e vendette Kremen, che fu in seguito rivendicata da vari nobili che si riferivano ai vari diritti.

Kremen fu gravemente danneggiata nelle guerre con i turchi, benchè nel 1645 loro lo ricostruissero parzialmente e lo fortificassero, soprattuto perché volevano che fosse la loro roccaforte negli attacchi a Slunj. Però, non per lungo tempo. L’esercito croato la restituì nel 1669, ma la fortezza non ripristinò mai più il suo vecchio splendore e così fu abbandonata alla rovina e all’oblio.

Oggi non potete trovare la fortezza Kremen senza mappa e una buona machete, neanche nei periodi senza vegetazione. Se però siete abbastanza testardi, venite nel villaggio Gornji Kremen e guidate fino alle ultime case. Chiedete ai padroni di casa gentili di lasciare le vostre macchine nei loro cortili e recatevi in discesa per la strada asfaltata molto tempo fa. Dopo alcuni 700-800 metri arriverete a una curva verso destra dalla quale vedrete la vale del fiume Korana e il campo Logorište.

La fortezza Kremen è alla vostra destra, sebbene non la vediate. Salite sulla cima della collina a destra e, servendovi con le macheti e altri atrezzi che avete portato con voi, vedrete i resti della fortezza.

 

BLAGAJ

Fino a Blagaj sul fiume Korana, oppure Hrvatski Blagaj (it. Blagaj Croato) come lo chiamano oggi è facile arrivare per la strada statale D-1 da Karlovac verso Slunj. Cinque chilometri dopo Veljun, subito dopo una lunga salita dritta c’è una svolta brusca a destra sulla strada locale per Blagaj e dopo alcuni 500 metri arriverete fino alla chiesa di Santo Spirito.

Sono libero di consigliarvi di lasciare la macchina qui e di continuare a piedi per la strada asfaltata, e dopo vi dirò anche perchè. Dopo alcuni duecento metri girate a destra sulla strada di macadam e rimanete pure su essa. La strada serpeggia attraverso il bosco per altri trecento metri e esce sulla radura davanti al vecchio podere, coiè davanti a una nuova casa di villeggiatura. Capirete di essere sulla strada giusta anche perchè il proprietario ha costruito una casuccia sull’albero, probabilmente per i suoi bambini. Qui la strada vi porta adesso a sinistra e dopo una centinaia di metri giungerete i resti della fortezza Blagaj.

Accanto alla vecchia strada medievale, a destra si trova la parte anteriore della fortezza coperto di boscaglia. La potete vedere persino quando non c’è la vegetazione, ma non quando diventa verde.

La famiglia Blagajski sono i vecchi nobili croati la cui storia famosa risale all’inizio del XIII secolo. Il primo membro conosciuto della famiglia era il principe Stjepan (Stefano) chiamato Babon, da cui la famiglia prese il cognome Babonić, e secondo il podere Vodice, non lontano dall’odierna Hrvatska Dubica (Dubica Croata), venivano spesso chiamati principi di Vodice. Erano considerati come parenti della famiglia di patrizi Ursini (Babone-Orsini), e accanto ai loro nomi nei libri spesso figura anche la forma latina del cognome Ursinius. Il nome Bagajski (de Blagay) lo cominciarono ad utilizzare da quando ebbero costruito la città di Blagaj sul fiume Sana. Centinaia anni dopo ersero proprio questa fortezza sul fiume Korana che prese il nome Blagaj da loro, benchè all’inizio si chiamava Turanj. Serviva loro come l’ultima linea di difesa nelle violenti battaglie con i turchi fino alla fine del XVI secolo, quando la abbandonarono per trasferirsi a Kranjska. L’ultimo membro della nobiltà dei Babonić di Blagaj era il conte Lodovico (Ludwig), che morì a Lubiana nel 1897.

Il loro possedimento confinava con i principi Frankopan di Veglia, con i quali erano strettamente uniti con legami di famiglia ed erano sempre in buoni rapporti d’alleanza. Ben sette matrimoni sono notati tra queste due famiglie.

Quattro principesse di Blagaj furono sposate con i principi Frankopan di Veglia, cioè:

  • Ursola di Blagaj, sposata verso il 1290 con il principe Dujam II (Doimo II) di Veglia con il quale ebbe due figli, Frederico III e Cecilia
  • Doroteja di Blagaj, sposata verso il 1465 con il principe Martino II Frankopan con il quale non ebbe figli
  • Anna di Blagaj, sposata verso il 1510 con il principe Giorgio III Frankopan di Slunj, con il quale non ebbe figli
  • Dorotea di Blagaj, sposata verso il 1540 con il principe Nicola VIII Frankopan con il quale ebbe quattro figli, Gaspar, Stefano V, Clara e Ursola

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Tre principi di Blagaj si sposarono con le principesse Frankopan, tutte e tre Dorotee:

  • Stjepan (Stefano) di Blagaj, si sposò verso il 1465 con la principessa Dorotea Frankopan, figlia del principe Doimo IV
  • Ivan (Giovanni) Ursinus di Blagaj, si sposò nel 1480 con la principessa Dorotea Frankopan, figlia del principe Giorgio II
  • Stjepan (Stefano) Ursinus di Blagaj, si sposò verso il 1505 con la principessa Dorotea Frankopan, figlia del principe Michele.

Questo per quanto riguarda la storia del borgo e della famiglia Babonić di Blagaj.

Torniamo alle rovine della fortezza di Blagaj. Se siete abbastanza ostinati e resistenti alle more e erbe spinose, riuscirete a farvi strada dentro i muri del sobborgo menzionato e visitare i muri delle stanze di una volta. Nella parte settentrionale le aperture piuttosto grandi suggeriscono che qui c’erano le finestre, e che il muro che dà sulla strada nella parte orientale era l’ingresso principale.

L’altra parte del complesso della fortezza si trova a una trentina di metri a ovest dal sobborgo ed è fisicamente separata con un intaglio nella roccia e più avanti con un sentiero che porta giù nel canyon del fiume Korana, il che fa presupporre che nel castello stesso si entrasse attraverso il ponte di legno alto sopra la strada. Anche questa parte è in cattivo stato, sebbene sempre impressionante, soprattuto la parte sud nella quale è visibile la torre alta, oppure meglio dire profonda circa quindici metri, visto che scende dal livello del castello sulla roccia del canyon.

Utilizzando lo schizzo dalla pagina web ungherese varak.hr, ho fatto il disegno dell’aspetto possibile della fortezza di Blagaj, quindi portatelo con voi quando decidete di vistarla. Spero che vi sarà utile e accendera la vostra immaginazione almeno un po’.

Eh, adesso arriviamo alla spiegazione perché parcheggiare la macchina a distanza di un chilometro o più, anche se potete venire molto più vicino, forse a solo alcune centinaia di metri: afinchè vi riscaldiate. Cioè, se decidete di scendere nel canyon del fiume Korana, fino al mulino di Mravunac, e se cercate di farlo quando non siete riscaldati, l’infiammazione dei muscoli per voi è inevitabile.

La prima cosa particolarmente interessante è sapere vi spostate su una vera e propria strada medievale che è ancora nello stato molto buono. La strada ha tre rami di serpentine, e il dislivello è di circa settanta metri. Qui regna l’ombra, se non eterna, allora almeno durevole. Il sole appare – forse – nelle tarde ore di pomeriggio oppure nelle prime ore mattutine. Nonostante ciò, non è particolarmente umido o scivoloso di modo che scenderete fino al fiume con facilità.

E ciò sara il culmine della Vostra escursione, sebbene – guardato nel senso di altezza – sarete in fondo. Il canyon è, per usare un eufemismo – bellissimo. Vi affascinerà la piccola spiaggia di sabbia simile alla quale troverete raramente anche nell’Adriatico. Del mulino ne sono rimasti solo i supporti di pietra e una macina di pietra nell’erba, un po’ a monte. Prestate attenzione ai grandi blocchi dei supporti di pietra in acqua – questi sono i pezzi delle coperture delle lapidi romane.

Nel ritorno fate una sosta ogni tanto per scattare un’altra fotografia. Questa sarà una scusa perfettamente giustificata per fare una pausa e riprendere fiatto. La cosa buona è che siete almeno riscaldati di modo che la salita non vi sarà particolarmente difficile.